A very nice article by Pia Pera appeared on pg. 194 of Gardenia, a monthly Italian magazine dedicated to flowers, plants and gardening. The article, very beautifully written, is about our last limited edition book, The Fruits, Herbs and Vegetable of Italy and the author Giacomo Castelvetro. The article is in Italian, copied here below, between quote. Thank you to Pia Pera for dedicating her monthly page to this book!
GHIOTTE ERBE SPONTANEE
"Ogni anno attendo golosamente il mese di aprile.
È ancora presto per coltivare in piena terra gli ortaggi estivi
selezionati da generazioni di contadini; è tempo semmai di accettare
quanto, irrefrenabile e generosa, Madre Natura manda in prima
linea: le squisite ancorché spontanee erbe di campo, col loro sapore
anarchico e libertario. Che le ha rese care, suppongo per affinità
elettiva, a un modenese in sospetto di libero pensiero:
Giacomo Castelvetro nipote di quel Ludovico cui l’Inquisizione
non perdonava gli studi su Aristotele. Dopo la condanna dello zio,
la fuga, nascosti in ceste a dorso di mulo, di Giacomo col fratello.
Questi, meno fortunato, fu bruciato a Mantova, Giacomo invece
peregrinò per vari paesi fino all’approdo in Inghilterra.
Ormai settantenne, preso da ghiotta nostalgia per i sapori del
Mediterraneo, scrisse, nel 1614, un Brieve racconto di tutte le radici,
di tutte l’erbe, di tutti i frutti che crudi o cotti in Italia si mangiano.
Lo ripropongono, in poche copie, Silvana Amato e Angela Liguori
(Almenodue), editrici artigiane e manuali decisamente
controcorrente rispetto alle tirature industriali.
E così tutto torna: la serena pazienza di perlustrare il campo
alla ricerca di getti di luppolo, rosette di tarassaco, cime di malva,
foglie di cicoria, cuori di lappola maggiore, asparagi selvatici
da strinare alla griglia, raperonzoli; insieme, il divertimento
di imprimere, piegare e rilegare a mano buona carta piacevole
al tatto non menbo di una foglia di bardana.
Castelvetro raccomanda le erbe di primavera per purificare il sangue
appesantito dai bagordi invernali. Scrive di mischianza
e di “olla podrida”. Spiega agli inesperti inglesi come lavare l’insalata
– non scolando acqua e foglie tutto insieme, ma levando le foglie
dopo avere lasciato depositare la sabbia in fondo al catino – e come
condire – con abbondanza di sale prima e di olio poi.
Si consola di concludere una vita avventurosa in un paese aperto
ai rifugiati così come agli usi alimentari d’oltremanica.
E certo, in cuor suo, deve avere trovato molto in comune tra
i tribunali da cui era fuggito, e lo sguardo accigliato di chi
dal giardino vorrebbe bandire anche l’ultima delle erbe spontanee,
accatastarla in rogo di eretiche erbacce".
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le squisite ancorché spontanee erbe di campo, col loro sapore
anarchico e libertario. Che le ha rese care, suppongo per affinità
elettiva, a un modenese in sospetto di libero pensiero:
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